L'arte e le avanguardie: la nuova visione della natura in Italia

AuthorElena Mantovani
ProfessionUniversidad Rey Juan Carlos
Pages111-124

Page 111

Introduzione

Per soffermarsi sul concetto di natura nell’arte italiana che va dagli anni ’70 in poi è necessario chiarire due concetti fondamentali che ci aiuteranno a capire il percorso che seguiremo e gli autori che toccheremo. In primo luogo assumeremo come punto di riferimento il momento delle avanguardie storiche, e per farlo soffermiamoci sul significato primario di questo termine: avanguardia è una parola coniata per descrivere i movimenti artistici nati all’inizio del ‘900 (cubismo, futurismo, dadaismo ...) che hanno rotto con la tradizione, sono stati creati da gruppi di artisti che si univano sottoscrivendo manifesti, erano molto battaglieri e che usavano i mezzi di comunicazione per promuovere le loro idee. In seguito saranno poi chiamate "nuove avanguardie" quelle tendenze che, dal secondo dopoguerra fino agli anni 60/70, sono di nuovo accomunate da un certo carattere polemico e dalla voglia di rompere con il passato, a livello ideologico e a livello di linguaggio artistico. Per tutti i movimenti artistici il contesto storico è fondamentale, anche se bisogna fare attenzione a non cercare a tutti i costi di creare delle categorie ed etichette per definire movimenti e artisti. Gli artisti che verranno considerati a seguire possono essere appartenuti ad uno o più movimenti, a seconda delle fasi della loro arte, e la loro vita artistica è stata molto più lunga della vita dei singoli movimenti o correnti. Lungi dal voler dare una panoramica storia completa dell’arte degli ultimi anni si illustre-

Page 112

ranno alcune esperienze interessanti da confrontare tra loro e che possono essere rilevanti per il tema proposto dalle giornate di cui questo intervento fa parte.

Il secondo concetto da chiarire è dunque il filo conduttore di questa serie di incontri: la natura.

Cosa intendiamo per natura in arte?

E’ difficile prendere un concetto così specifico come elemento comune che illustri le tendenze artistiche degli ultimi 40 anni, soprattutto perché, a partire dal dopoguerra, l’interesse degli artisti si sposta verso gli oggetti del quotidiano, i corpi, le esperienze fisiche... L’arte esce dalla sua cornice tradizionale, attraversa fasi, come l’astrattismo, che ne stravolgono totalmente la figurazione, rendendo impossibile l’identificazione di un soggetto, se per natura intendiamo un soggetto paesaggistico o simili. Se invece intendiamo la natura in un senso più vasto ci si aprono molteplici strade all’interno dell’arte contemporanea: la natura può essere materia prima dell’opera d’arte, spazio nel quale è inserita, oltre che soggetto e fonte di ispirazione. Si cercheranno quindi di combinare le singole esperienze e le singole opere illustrate con alcune indicazioni di contesto, per poter collocare il tutto in un quadro più generale, senza dimenticare, inoltre, che anche se ci si occuperà di artisti italiani l’arte, e soprattutto quella contemporanea, non è delimita-bile geograficamente, per cui è importante specificare che i rappresentanti della scena italiani qui menzionati appartengono a un mondo internazionale e a tendenze artistiche trasversali. Ci sono solamente alcune eccezioni, a cui si farà riferimento in seguito.

Infine, prima di entrare prettamente nel merito del periodo storico che ci interessa, è necessario soffermarsi su due grandi nomi che, anche se leggermente anteriori nel tempo, non possono non essere citati per comprendere appieno il percorso degli artisti a venire: Lucio Fontana e Alberto Burri.

Lucio Fontana

Le prime scintille di un autentico e radicale rinnovamento postbellico scoccano fuori dall’Italia, a Buenos Aires, dove Lucio Fontana, nato a Rosa-

Page 113

rio di Santa Fe nel 1899, torna nel 1940. Lì, con alcuni studenti dell’accademia di Altamira, redige nel 1946 il Manifiesto Blanco. Dopo aver constatato che le forme pittoriche e scultoree sono in fase di ristagno e non prospettano possibilità di sviluppo, i firmatari propongono un cambiamento nell’essenza e nella forma, il superamento della pittura, della scultura, della poesia e della musica, un’arte maggiore in accordo con le esigenze dello spirito nuovo, la rottura con l’arte antecedente per dar luogo a nuove concezioni, il passaggio dall’astrattismo al dinamismo. In conclusione: abbandoniamo la pratica delle forme d’arte conosciute, abbordiamo lo sviluppo di un’arte basata sul-l’unità del tempo e dello spazio. Concepiamo la sintesi come una somma di elementi fisici: colore, suono, movimento, tempo, spazio, la quale integri una unità fisico-psichica. Colore, l’elemento dello spazio, suono, l’elemento del tempo e il movimento che si sviluppa nel tempo e nello spazio, sono le forme fondamentali dell’arte nuova, che contiene le quattro dimensioni del-l’esistenza. Tempo e spazio. Obiettivo: fare piazza pulita del dibattito ormai logoro tra astrazione e figurazione.

Fontana indaga queste tematiche in vario modo, concependo lo spazio non come contenitore vuoto ma come luogo di irradiazione di energie ondulatorie o di esplosione di fenomeni nucleari, di qui il carattere "etereo" che ebbero sempre le soluzioni di Fontana. La progressione dei suoi lavori può dirsi ciclica: dal carattere abbastanza materico dei buchi (slabbrati, naturali, casuali) a quello più rarefatto e mentale dei tagli (netti e risoluti) per tornare a una tangibilità reale con interventi plastici, soprattutto nella serie delle Nature, decisamente la più rappresentativa della natura come punto d’approdo ideale dell’arte, diventando addirittura lo spazio che la accoglie. Si considerino per esempio le seguenti opere:

Concetto spaziale, natura 1959-60 (bronzo con squarcio).

Concetto spaziale, natura 1959 (bronzo con fenditura a taglio).

Concetto spaziale, ruscello (olio e vetri su tela).

Concetto spaziale, 1951 (olio e sabbia su tela).

Alberto Burri

Il secondo capostipite della nuova generazione di artisti, Alberto Burri, laureato in medicina, inizia a dipingere per caso, nel campo di prigionia in

Page 114

Texas nel quale si ritrova detenuto dopo la seconda guerra mondiale. Non è un artista lineare, non possiamo identificare una progressione fluida come per Fontana, bensì procede a scatti. Le caratteristiche della sua produzione sono l’abbandono della dicotomia sfondo-figura, l’immissione di materiali eterodossi nelle opere, la predilezione per relazioni cromatiche atonali, a forte e drammatico contrasto. I materiali utilizzati da Burri sono rielaborati, dipinti, bruciati, manipolati in modo tale da essere materia prima ma non soggetto (o oggetto ready-made) dell’opera d’arte, come invece faranno in seguito gli artisti pop o quelli della cosiddetta arte povera.

La natura è visibile in Burri in primo luogo nelle materie prime usate (muffe, legno), anche se comunque convivono con materie e materiali non naturali (sacchi, catrame, plastica, impasti chimici e materie sintetiche...), e poi nell’uso del fuoco come elemento "naturale" che interviene nell’opera d’arte, e infine nei cretti e nell’installazione fatta per il paese di Gibellina, in Sicilia. I cretti sono opere che ricreano, utilizzando un composto artificiale di materia, una superficie simile a una terra riarsa, a un suolo primordiale. Gibellina è un paese che, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, fu distrutta da un violento terremoto sino alle fondamenta, distruggendo completamente anche la storia, la cultura, i valori e le speranze di una popolazione. A perenne ricordo di quella tragedia le rovine dell’antica città di Gibellina sono state trasfigurate in opera d’arte da Alberto Burri, che ha ricoperto le rovine con una colata di cemento bianco lasciando però inalterato l’impianto viario: è il Cretto di Burri.

L’ultimo naturalismo

Una volta chiariti i presupposti per l’arte del dopoguerra in generale passiamo ora ad analizzare le esperienze più pertinenti al tema e al periodo storico proposto da queste giornate, partendo da un momento chiamato Ultimo Naturalismo. Il critico Arcangeli restringe il novero delle influenze ricevute dagli artisti protagonisti di questa tendenza ed elegge Claude Monet come progenitore della pittura non formale o...

To continue reading

Request your trial

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT