Conclusioni

AuthorDonatella Del Vescovo
Pages189-191
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Conclusioni
Conclusioni
Per un lungo periodo gli appalti pubblici, in ossequio ad esigenze di natura
economica, politica e sociale, sono stati lasciati al di fuori da ogni regolamen-
tazione internazionale, tendendo essi a costituire piuttosto una deroga alla nor-
mativa di carattere generale, introdotta a partire dal secondo dopoguerra e fi-
nalizzata all’apertura dei commerci internazionali.
Tuttavia, l’esistenza di una marcata tendenza protezionistica in tale settore,
unita alla considerazione della rilevanza economica dello stesso, fece compren-
dere come una chiusura del mercato degli appalti pubblici alla concorrenza
degli operatori stranieri avrebbe potuto compromettere, anche sensibilmente, la
libertà degli scambi. È sulla scia di queste constatazioni che fu avviato, tanto
a livello internazionale che comunitario, un lento processo di liberalizzazione
del settore degli appalti pubblici.
A livello internazionale, in particolare, l’ultima tappa di tale processo è
rappresentata dal Government Procurement Agreement (GPA) del 1994, uno
dei quattro Accordi plurilaterali (e quindi vincolanti per le sole Parti firmatarie
e non per tutti i membri dell’Organizzazione mondiale del commercio) ricom-
presi nel quarto allegato dell’Accordo istitutivo dell’OMC. Sebbene la natura
plurilaterale del GPA abbia alimentato numerosi dubbi in merito alla sua ef-
fettiva incidenza sulla liberalizzazione del settore, tuttavia, non possono essere
trascurati i più recenti tentativi di estendere la membership di tale Accordo per
ampliarne il raggio d’azione.
Di particolare rilevanza – sia per il decisivo contributo all’apertura del
mercato mondiale degli appalti pubblici, sia per le delicate problematiche
emerse nei rapporti fra i due ordinamenti, comunitario ed internazionale –
risulta la partecipazione della Comunità europea al GPA.
Immediata conseguenza della conclusione dell’Accordo da parte della
Comunità fu, dunque, la necessità di adattare la disciplina comunitaria sugli
appalti pubblici, antecedente al GPA, ai nuovi obblighi discendenti dall’Ac-
cordo stesso.
La realizzazione di tale coordinamento risultava ancor più urgente a causa
della presenza, nel GPA, di disposizioni che, anche se in maniera lieve, tuttavia
risultavano complessivamente più vantaggiose rispetto alle analoghe regole
previste dalla disciplina comunitaria. Nella pratica, un ente appaltante della
Comunità che si fosse trovato ad affidare un appalto, coperto sia dalle direttive
comunitarie antecedenti all’Accordo sia da quest’ultimo, avrebbe dovuto appli-
care, nell’ambito di una stessa aggiudicazione, due regimi giuridici differenti:

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