Prova e conoscenza dei fatti. Alcune riflessioni a partire da bulygin

• Author: Damiano Canale y Giovanni Tuzet
• Pages: 399-412

23. PROVA E CONOSCENZA DEI FATTI.

ALCUNE RIFLESSIONI A PARTIRE DA BULYGIN

Damiano CANALE*

Giovanni TUZET**

1. PROVA, CONOSCENZA, VERITÀ

In uno dei non molti passi che ha dedicato alla giusticazione della de-

cisione giudiziale in punto di fatto, Eugenio B sostiene innanzitut-

to che la verità degli enunciati fattuali dipende 1) dalle regole semantiche

pertinenti e 2) dai fatti cui gli enunciati si riferiscono; cosicché le contro-

versie processuali su tali enunciati possono nascere dall’indeterminatezza

semantica o dall’incertezza epistemica.

La verità di enunciati fattuali come «John è grasso» o «Tom ha ucciso

Peter» dipende dalle regole semantiche del linguaggio usato e dai fatti cui

l’enunciato si riferisce. L’enunciato «John è grasso» è vero se, e solo se, l’indi-

viduo cui si riferisce il nome «John» ha la proprietà designata dal predicato

«grasso»; e l’enunciato «Tom ha ucciso Peter» è vero se, e solo se, l’individuo

cui si riferisce il nome «Tom» ha, con l’individuo cui si riferisce il nome «Pe-

ter», la relazione designata dal predicato «ha ucciso». Quindi, per sapere se

l’enunciato «Tom ha ucciso Peter» sia vero il giudice deve comprendere il

linguaggio in cui tale enunciato è espresso (cioè deve conoscere le sue re-

gole semantiche) e deve scoprire certi fatti. Per conseguenza, le difcoltà di

determinare se un enunciato fattuale sia vero possono nascere da due fonti

diverse: mancanza di conoscenza dei fatti, e indeterminatezza semantica o

vaghezza dei predicati che si incontrano nel linguaggio legislativo 1.

* Università Bocconi, Italia. E-mail: damiano.canale@unibocconi.it.

** Università Bocconi, Italia. E-mail: giovanni.tuzet@unibocconi.it.

1 B, 1995a: 269.